Dopo 4 tentativi di suicidio in cella, il tribunale le concede i domiciliari

La drammatica storia di una detenuta 48enne rinchiusa a Castrogno: il suo stato di salute è incompatibile con il carcere

TERAMO – Dopo ben quattro tentativi di suicidio in cella, a Castrogno, in poco meno di un anno, una detenuta sulmonese 48enne ottiene la conversione in detenzione domiciliare della pena. Lo ha stabilito il tribunale di sorveglianza dell’Aquila, che ha sospeso l’esecuzione della pena in carcere per D.S., sulla base delle certificazine medica che stabilisce la non compatibilità tra il suo stato di salute e la detenzione in carcere.

La storia era balzata agli onori delle cronache nelle scorse settimane. La detenuta 48enne aveva tentato di togliersi la vita per ben 4 volte dietro le sbarre del carcere di Teramo, l’ultima volta provando ad impiccarsi in bagno. Era sempre stata salvata dagli agenti penitenziari. Le proposte terapeutiche della casa circondariale, come si evince dalla documentazione, sono risultate inefficaci ed inconsistenti. Da qui la richiesta di un piano terapeutico domiciliare. Il marito aveva presentato una denuncia per istigazione al suicidio. “Non abbiamo mai chiesto la grazia. Mia moglie deve pagare per quanto fatto ma non con la vita. Per questo esiste la detenzione domiciliare. Se il carcere serve a rieducare non può portare alla morte – ha commentato il marito a Onda Tv -”.

La 48enne era finita in detenzione per una serie di furti e ha già scontato 4 anni e mezzo. Gliene restano ancora 9. Per il momento continuerà ad espiare la pena a casa.